lunedì 26 agosto 2013

OldStyle88

Sport - (ANSA) - ROMA - Sono diverse centinaia i tifosi in coda alle biglietterie Nord e Sud dello stadio Meazza per acquistare i tagliandi di Inter-Genoa. Nonostante l'apertura dei cancelli quattro ore prima ...

Nel mio intervento riguardante lo scandalo dei tifosi rimasti fuori durante Inter–Cittadella, perseverato anche ieri tra l'altro, avevo tralasciato di parlare, perché non ne ero a conoscenza, della presenza degli agenti in assetto anti-sommossa e questo particolare merita di ritornare sull'argomento a poco tempo dalle mie considerazioni. Dal 1996 vado allo stadio e ringrazio solo di aver vissuto esperienze che mi hanno fatto toccare con mano certi argomenti sui quali vige un pregiudizio, una omertà, e una barriera costruita ad arte da media e poteri forti.

Da quella stagione è cominciata la mia vita al seguito, e nel corso degli anni ho visto aumentare il valore della mia socialità e del mio divertimento domenicale anteponendolo a un comunque invariato interesse per ciò che accadeva in campo. Vivere quella bellissima routine secondo i modi e le idee che ognuno, ai suoi livelli e secondo i suoi desideri, è quasi importante come la partita stessa  e magari qualcuno ha sentito raccontare le stesse cose da chi le ha vissute in modo genuino e libero negli anni 80/90.

Ho attraversato sia da spettatore che da persona più vicina ai fatti, gli scandali da stadio che hanno fermato la nazione Italia, paralizzata nella burocrazia legislativa per risolvere l'annoso problema a discapito di disoccupazione, sicurezza, servizi pubblici ai cittadini, tenore e qualità della vita.

Ogni volta che si calcava la mano con uno striscione, un coro, una bandiera, o magari anche delle innegabili giornate con atti violenti, che andrebbero però raccontati oggettivamente senza nascondersi dietro false storie, si inaspriva sempre di più il provvedimento costellato da leggi fatte apposta e in barba alla costituzione italiana per le quali ogni cittadino sarà felice di sapere che non vengono applicate a chi commette reati quali pedofilia, stupri, omicidi, o altre cose simili, ma per chi allo stadio ha il sangue agli occhi quando reagisce alla strafottenza di certi personaggi inveendo contro evidenziando le loro caratteristiche somatiche, si.

Si inalberano comunità, si fanno tavole rotonde con psicologi, sociologi, funzionari, finti tifosi ora star di successo che si ricordano quando da bambini erano lì in mezzo. Le stesse che vengono replicate poi in casa da parenti e amici che vogliono capire cosa ti passa nel cervello oppure perché, perché condizionati da queste dinamiche distorte storpiate ad arte dalla Tv e dai mass media in generale.

Naturalmente il tutto a giustificare i tuoi fallimenti nella vita, e li trovano anche se fallimenti non ne hai. Non importa se durante la settimana lavori, se hai pagato regolarmente le tasse senza sgarrare mai, o se i tuoi straordinari permettono alla tua famiglia di vivere dignitosamente. Sei un  delinquente, e come tale vai trattato.

Senza voler citare argomenti vissuti consapevolmente e direttamente, posso riassumere la sintesi di tutti questi dibattiti che leggo ancora oggi quando si motiva la ragione per cui le famiglie, non vanno allo stadio: le famiglie hanno paura, gli stadi non sono posti sicuri. Invece in Inghilterra e in Germania gli stadi sono pieni ... allora perché in Italia non succede?

Ma ovviamente perché ci sono gli ultras, che mettendosi davanti ai cancelli e impedendo fisicamente l'ingresso agli spettatori fanno si che gli stadi siano vuoti. Inoltre vuoi mettere? Non hanno niente di meglio da fare che scippare, derubare, distruggere, e compiere marachelle a ripetizione selezionando tra le loro vittime le così dette famiglie, prediligendo i bambini di massimo dieci anni di età, più facili da colpire.

Eppure da qualche anno, cioè dall'introduzione della tessera del tifoso che avrebbe dovuto creare, a quanto leggevo, delle agevolazioni per le così dette famiglie, affinché fossero invogliate a tornare allo stadio, i dati che la polizia diffonde sono molto confortanti. Gli scontri negli stadi sono diminuiti se non azzerati, mentre fuori è molto difficile che accadano a meno che il servizio d'ordine faccia acqua da tutte le parti.

Quindi? E’ problema sotto controllo, eppure qualcosa non torna, l'afflusso del pubblico è sempre in discesa. In occasione di un Inter-Juve di Coppa Italia degli anni ‘90, si erano registrate 60.000 presenze. Durante la stessa partita venti anni dopo ... gli spettatori paganti crollano a 25.000!!!

Negli articoli dei quotidiani nazionali si decantano gli stati sopra citati ormai presi a modello. Tutto esaurito per le partite di FA CUP in Gran Bretagna, partecipazione e modello tedesco da seguire fedelmente. Mica come da noi che la gente non esce di casa a causa dello sventolio di bandiere e dei cori della gente.

Peccato però che in Germania il tifo organizzato si sistemi nel primo anello della curva per far sentire il proprio calore e venga non solo tollerato ma anche incentivato dalle proprie società con strutture perfette (ricorderete quando menzionavo i miei amici di Stoccarda che avevano richiesto un settore senza posti a sedere).

Gli stadi pieni sono la regola eppure a parte Bayern Monaco e in parte il Borussia Dortmund non mi pare che in Bundesliga militino Top Players o giocatori di qualità tali da giustificare entusiasmo dirompente. Cosa cambia allora?

Cambia che in Germania non ti chiedono l'albero genealogico per comprare un biglietto, mentre da noi le difficoltà sono un sentiero tortuoso.

Cambia che dieci euro per una curva per una partita media li hanno anche gli studenti, non quelli che in Italia hanno come picco massimo lo stadio dei gobbi con abbonamenti un anno fa cresciuti del 75%.

Cambia che rispettando tutte le classi sociali, si offre un servizio differenziato a seconda dei proprio gusti e possibilità legate al portafoglio.

Cambia che a fine partita ricevo una mail in cui esprimo il mio giudizio sul servizio usufruito.

Cambia che là SI VUOLE FAR ANDARE DAVVERO LA GENTE ALLO STADIO.



Ciò che differenzia i due stati è questo. La gente in Italia deve starsene a casa, allora bisogna riempirle la testa di cazzate, di leggende, bisogna aprire il TG con dei terribili cori di scherno a giocatori di colore salvo poi essere smentiti addirittura dalla Digos che non riesce proprio a trovare il reato, ma il povero giocatore si (vero Costant?) tanto da seguire il suo compagno di squadra a Busto Arsizio e mi sa che farà altrettanto a Verona alla prima giornata qualche altro giocatore, usando alla grande questa scusa per il primo scandalo stagionale.

Si decide, in uno stadio come San Siro avere questo vizio di aprire solo il primo anello per certe partite decidendo quindi implicitamente che non si vuole troppa gente anche se c'è e vorrebbe entrare con tutto il resto dell'organizzazione, scadente e presuntuosa. Occorre assolutamente trovare il colpevole e per trovare il pretesto per costruire stadi più piccoli per il proprio business e permettendo solo ad alcuni di spendere certe cifre per vedere la partita.

Eppure tutte queste misure sono riassunte nella polizia in assetto anti sommossa, di cui non ho stranamente avuto notizie di randellate a destra e a manca come solo loro sanno fare.

Del resto sono ampiamente documentato le prepotenze di quando gli stessi aprivano le teste a operai senza lavoro che manifestavano la loro paura di non poter portare avanti la famiglia, alcuni addirittura giustificavano simili comportamenti con le più assurde motivazioni. Magari saranno le stesse inerenti a coloro che erano in coda fuori dai cancelli e che si saranno spaventati a sentire quella tensione che nell'aria sale in simili circostanze e non sai dove guardare, se i tuoi bambini da una parte o l'esecuzione di assurdi ordini per mantenere la calma (sempre secondo loro) dall'altra.

In tutto questo qualcuno dirà che non ho menzionato l'Inghilterra, esempio da prendere per risolvere qualsiasi problema. Ebbene si sappia che la Football Association sta discutendo per reintrodurre le gradinate a prezzi popolari data l'alta età media degli spettatori e la conseguente esclusione per mancanza di mezzi economici dei giovani. Un abbonamento nella patria del football costa semplicemente un biglietto della partita moltiplicato per  il numero delle partite.

Conveniente come qua? Non credo proprio, dove le società bene o male offrono ai propri sostenitori almeno un barlume di offerte sicuramente economicamente apprezzabili (non la Juventus che se ne sbatte le palle, enon è una questione di stadio nuovo, era così anche nei due precedenti).

Pertanto la gravità dell'accaduto di una partita come la prima e la seconda a San Siro dell’Inter è solo l'ennesima dimostrazione sicuramente di inefficienza, di inettitudine ma anche di malafede. Una persona che non va allo stadio, se non perché non vive senza, come me, trova altro da fare... e siamo veramente convinti che con squadre di milioni di tifosi come Inter Milan e Juventus (ma potrei citarne altre con un bacino d'utenza di tutto rispetto) uno stadio da 80/60/40.000 posti sia troppo grande? E sarebbe meglio uno più piccolo solo perché per fare in modo che non sia vuoto?

E San Siro nella fattispecie non serve più perché 80.000 persone non le trovi nemmeno per una finale di Champions? Le trovi come negli anni ‘80, quando regole umane e il piacere del calcio erano decisamente maggiori nel cuore della gente che se ne fregava letteralmente degli scontri che a ogni incontro avvenivano complice anche un sistema di sicurezza nemmeno lontanamente parente di quello attuale e che a parte qualche fatalità che statisticamente è possibile in ogni campo, i momenti di lutto si sono verificati tra gente consenziente e non tra ignari passanti.

L'avvenimento vergognoso di queste domeniche riguarda l'Inter e la sua società di burattini per certi versi, e sicuramente c'è una evidente responsabilità perché se qualcuno si fosse fatto davvero male in quei frangenti a chi sarebbe stata addossata la colpa? Sarebbero stati rinvenuti i soliti arsenali di armi nascosti nei cespugli, o la folla coinvolta avrebbe improvvisamente subìto l'accusa di contare al suo interno gente che ha preferito restare fuori per fare scontri contro le forze dell'ordine?