Sport - (ANSA) - ROMA - Sono diverse centinaia i tifosi in coda alle biglietterie Nord e Sud dello stadio Meazza per acquistare i tagliandi di Inter-Genoa. Nonostante l'apertura dei cancelli quattro ore prima ...
Nel
mio intervento riguardante lo scandalo dei tifosi rimasti fuori durante
Inter–Cittadella, perseverato anche ieri tra l'altro, avevo tralasciato di parlare, perché non ne ero a conoscenza,
della presenza degli agenti in assetto anti-sommossa e questo particolare
merita di ritornare sull'argomento a poco tempo dalle mie considerazioni. Dal
1996 vado allo stadio e ringrazio solo di aver vissuto esperienze che mi hanno
fatto toccare con mano certi argomenti sui quali vige un pregiudizio, una
omertà, e una barriera costruita ad arte da media e poteri forti.
Da
quella stagione è cominciata la mia vita al seguito, e nel corso degli anni ho
visto aumentare il valore della mia socialità e del mio divertimento domenicale
anteponendolo a un comunque invariato interesse per ciò che accadeva in campo.
Vivere quella bellissima routine secondo i modi e le idee che ognuno, ai suoi
livelli e secondo i suoi desideri, è quasi importante come la partita stessa e magari qualcuno ha sentito raccontare le
stesse cose da chi le ha vissute in modo genuino e libero negli anni 80/90.
Ho
attraversato sia da spettatore che da persona più vicina ai fatti, gli scandali
da stadio che hanno fermato la nazione Italia, paralizzata nella burocrazia
legislativa per risolvere l'annoso problema a discapito di disoccupazione,
sicurezza, servizi pubblici ai cittadini, tenore e qualità della vita.
Ogni
volta che si calcava la mano con uno striscione, un coro, una bandiera, o
magari anche delle innegabili giornate con atti violenti, che andrebbero però
raccontati oggettivamente senza nascondersi dietro false storie, si inaspriva
sempre di più il provvedimento costellato da leggi fatte apposta e in barba
alla costituzione italiana per le quali ogni cittadino sarà felice di sapere
che non vengono applicate a chi commette reati quali pedofilia, stupri,
omicidi, o altre cose simili, ma per chi allo stadio ha il sangue agli occhi
quando reagisce alla strafottenza di certi personaggi inveendo contro
evidenziando le loro caratteristiche somatiche, si.
Si
inalberano comunità, si fanno tavole rotonde con psicologi, sociologi,
funzionari, finti tifosi ora star di successo che si ricordano quando da
bambini erano lì in mezzo. Le stesse che vengono replicate poi in casa da parenti
e amici che vogliono capire cosa ti passa nel cervello oppure perché, perché
condizionati da queste dinamiche distorte storpiate ad arte dalla Tv e dai mass
media in generale.
Naturalmente
il tutto a giustificare i tuoi fallimenti nella vita, e li trovano anche se
fallimenti non ne hai. Non importa se durante la settimana lavori, se hai
pagato regolarmente le tasse senza sgarrare mai, o se i tuoi straordinari
permettono alla tua famiglia di vivere dignitosamente. Sei un delinquente, e come tale vai trattato.
Senza
voler citare argomenti vissuti consapevolmente e direttamente, posso riassumere
la sintesi di tutti questi dibattiti che leggo ancora oggi quando si motiva la
ragione per cui le famiglie, non vanno allo stadio: le famiglie hanno paura,
gli stadi non sono posti sicuri. Invece in Inghilterra e in Germania gli stadi
sono pieni ... allora perché in Italia non succede?
Ma
ovviamente perché ci sono gli ultras, che mettendosi davanti ai cancelli e
impedendo fisicamente l'ingresso agli spettatori fanno si che gli stadi siano
vuoti. Inoltre vuoi mettere? Non hanno niente di meglio da fare che scippare,
derubare, distruggere, e compiere marachelle a ripetizione selezionando tra le
loro vittime le così dette famiglie, prediligendo i bambini di massimo dieci
anni di età, più facili da colpire.
Eppure
da qualche anno, cioè dall'introduzione della tessera del tifoso che avrebbe
dovuto creare, a quanto leggevo, delle agevolazioni per le così dette famiglie,
affinché fossero invogliate a tornare allo stadio, i dati che la polizia
diffonde sono molto confortanti. Gli scontri negli stadi sono diminuiti se non
azzerati, mentre fuori è molto difficile che accadano a meno che il servizio
d'ordine faccia acqua da tutte le parti.
Quindi?
E’ problema sotto controllo, eppure qualcosa non torna, l'afflusso del pubblico
è sempre in discesa. In occasione di un Inter-Juve di Coppa Italia degli anni
‘90, si erano registrate 60.000 presenze. Durante la stessa partita venti anni
dopo ... gli spettatori paganti crollano a 25.000!!!
Negli
articoli dei quotidiani nazionali si decantano gli stati sopra citati ormai
presi a modello. Tutto esaurito per le partite di FA CUP in Gran Bretagna,
partecipazione e modello tedesco da seguire fedelmente. Mica come da noi che la
gente non esce di casa a causa dello sventolio di bandiere e dei cori della
gente.
Peccato
però che in Germania il tifo organizzato si sistemi nel primo anello della
curva per far sentire il proprio calore e venga non solo tollerato ma anche
incentivato dalle proprie società con strutture perfette (ricorderete quando
menzionavo i miei amici di Stoccarda che avevano richiesto un settore senza
posti a sedere).
Gli
stadi pieni sono la regola eppure a parte Bayern Monaco e in parte il Borussia
Dortmund non mi pare che in Bundesliga militino Top Players o giocatori di
qualità tali da giustificare entusiasmo dirompente. Cosa cambia allora?
Cambia
che in Germania non ti chiedono l'albero genealogico per comprare un biglietto,
mentre da noi le difficoltà sono un sentiero tortuoso.
Cambia
che dieci euro per una curva per una partita media li hanno anche gli studenti,
non quelli che in Italia hanno come picco massimo lo stadio dei gobbi con
abbonamenti un anno fa cresciuti del 75%.
Cambia
che rispettando tutte le classi sociali, si offre un servizio differenziato a
seconda dei proprio gusti e possibilità legate al portafoglio.
Cambia
che a fine partita ricevo una mail in cui esprimo il mio giudizio sul servizio
usufruito.
Cambia
che là SI VUOLE FAR ANDARE DAVVERO LA GENTE ALLO STADIO.
Ciò
che differenzia i due stati è questo. La gente in Italia deve starsene a casa,
allora bisogna riempirle la testa di cazzate, di leggende, bisogna aprire il TG
con dei terribili cori di scherno a giocatori di colore salvo poi essere smentiti
addirittura dalla Digos che non riesce proprio a trovare il reato, ma il povero
giocatore si (vero Costant?) tanto da seguire il suo compagno di squadra a
Busto Arsizio e mi sa che farà altrettanto a Verona alla prima giornata qualche
altro giocatore, usando alla grande questa scusa per il primo scandalo
stagionale.
Si
decide, in uno stadio come San Siro avere questo vizio di aprire solo il primo
anello per certe partite decidendo quindi implicitamente che non si vuole
troppa gente anche se c'è e vorrebbe entrare con tutto il resto
dell'organizzazione, scadente e presuntuosa. Occorre assolutamente trovare il
colpevole e per trovare il pretesto per costruire stadi più piccoli per il
proprio business e permettendo solo ad alcuni di spendere certe cifre per
vedere la partita.
Eppure
tutte queste misure sono riassunte nella polizia in assetto anti sommossa, di
cui non ho stranamente avuto notizie di randellate a destra e a manca come solo
loro sanno fare.
Del
resto sono ampiamente documentato le prepotenze di quando gli stessi aprivano
le teste a operai senza lavoro che manifestavano la loro paura di non poter
portare avanti la famiglia, alcuni addirittura giustificavano simili
comportamenti con le più assurde motivazioni. Magari saranno le stesse inerenti
a coloro che erano in coda fuori dai cancelli e che si saranno spaventati a
sentire quella tensione che nell'aria sale in simili circostanze e non sai dove
guardare, se i tuoi bambini da una parte o l'esecuzione di assurdi ordini per
mantenere la calma (sempre secondo loro) dall'altra.
In
tutto questo qualcuno dirà che non ho menzionato l'Inghilterra, esempio da
prendere per risolvere qualsiasi problema. Ebbene si sappia che la Football
Association sta discutendo per reintrodurre le gradinate a prezzi popolari data
l'alta età media degli spettatori e la conseguente esclusione per mancanza di
mezzi economici dei giovani. Un abbonamento nella patria del football costa
semplicemente un biglietto della partita moltiplicato per il numero delle partite.
Conveniente
come qua? Non credo proprio, dove le società bene o male offrono ai propri
sostenitori almeno un barlume di offerte sicuramente economicamente
apprezzabili (non la Juventus che se ne sbatte le palle, enon è una questione
di stadio nuovo, era così anche nei due precedenti).
Pertanto
la gravità dell'accaduto di una partita come la prima e la seconda a San Siro dell’Inter è
solo l'ennesima dimostrazione sicuramente di inefficienza, di inettitudine ma
anche di malafede. Una persona che non va allo stadio, se non perché non vive
senza, come me, trova altro da fare... e siamo veramente convinti che con
squadre di milioni di tifosi come Inter Milan e Juventus (ma potrei citarne
altre con un bacino d'utenza di tutto rispetto) uno stadio da 80/60/40.000
posti sia troppo grande? E sarebbe meglio uno più piccolo solo perché per fare
in modo che non sia vuoto?
E
San Siro nella fattispecie non serve più perché 80.000 persone non le trovi
nemmeno per una finale di Champions? Le trovi come negli anni ‘80, quando
regole umane e il piacere del calcio erano decisamente maggiori nel cuore della
gente che se ne fregava letteralmente degli scontri che a ogni incontro
avvenivano complice anche un sistema di sicurezza nemmeno lontanamente parente
di quello attuale e che a parte qualche fatalità che statisticamente è
possibile in ogni campo, i momenti di lutto si sono verificati tra gente
consenziente e non tra ignari passanti.
L'avvenimento
vergognoso di queste domeniche riguarda l'Inter e la sua società di burattini per certi
versi, e sicuramente c'è una evidente responsabilità perché se qualcuno si
fosse fatto davvero male in quei frangenti a chi sarebbe stata addossata la
colpa? Sarebbero stati rinvenuti i soliti arsenali di armi nascosti nei
cespugli, o la folla coinvolta avrebbe improvvisamente subìto l'accusa di
contare al suo interno gente che ha preferito restare fuori per fare scontri
contro le forze dell'ordine?